IL VERO CREDENTE

Siamo riuniti per il consueto incontro per proseguire insieme il cammino comunitario e consideriamo la missionarietà e l’attività itinerante per un risveglio di fede. A volte ci si trova a dialogare con persone o fedeli che pongono in evidenza la loro perfezione, sembra quasi che dicano: “ A noi non serve nulla “.

Questa esattezza di perfezione giuridica non sempre corrisponde ad un grande amore. Infatti si nota che pur essendo fedeli sino allo scrupolo nelle osservanze religiose, restano fredde per la fede. Con loro ci si accalora spesso per illustrare l’amore di Dio nella sua iniziativa personale verso di noi ma, ci seguono, a modo… il pensiero è altrove, appunto alle loro osservanze e restano ancorati ad una perfezione esecutiva come l’ideale sommo. Ambiscono mettersi davanti a Dio facendosi anche merito delle loro buone azioni… e non aspirano ad accogliere Dio nella vita quotidiana, quella di ogni giorno.

Queste esperienze ci dicono ancora una volta che a un’esattezza nel fare non sempre corrisponde un vero amore creativo. Torna alla mente il Fariseo che invita Gesù a pranzo, è un uomo perfettissimo, intento ai suoi doveri, ma pure giudica la peccatrice a cui è stato concesso di restare pur non essendo stata invitata. Questo Fariseo è un perfetto osservante della Legge. Al termine Gesù chiaramente gli dice: “sono entrato in questa casa e tu non mi hai dato il bacio di pace”.

Questo ci insegna che il vero problema è sempre amore; giungere a sviluppare un amore creativo è quanto si deve raggiungere. Se ancora penetriamo nell’incontro di Gesù col Fariseo, dobbiamo concludere che al contiguo di perfezione giuridica si può accompagnare anche una deprecabile arroganza interiore. Tutto questo ci dice che il vero credente in Dio deve andare al di là della Legge e dei semplici doveri religiosi. Dio vuole essere comunione di vita perché l’amore prenda un’esistenza nella verità profonda universale di ognuno.

Chi senza una fede può vivere un vero amore?

Ecco quindi che è la fede a condurci al di là dei doveri religiosi e della Legge. E’ la fede che ci stimola ad essere comunione di vita con Dio e con i fratelli, ad imporci un’esistenza reale di vita nel mondo. Queste esperienze ci spingono ad un ulteriore lavoro di rinnovamento. Un essere attuali significa non arroccarsi a quelle linee disposte come traguardo solo per noi… ma proseguire oltre. Cambiare per essere compresi … e poter dare è uno stimolo per gli altri.

ORA DOMANDIAMOCI

Sei consapevole che non è la tua osservanza scrupolosa della Legge a renderti maturo nella Fede e nell’amore di Dio ?

Sei solito mettere in evidenza ciò che tu fai per Dio, o ciò che Dio fa o ha fatto per te ?