ASCOLTARE IL CUORE

Riuniti nel nostro incontro di formazione, oggi tratteremo l’argomento:

Ascoltare il cuore”

Nell’attività di apostolato, di evangelizzazione e di incontri, noi interveniamo parlando, dando le nostre esperienze, i punti di vista, ma come interveniamo? Degli altri noi ascoltiamo le parole ma non sempre il cuore. Anche di chi vive da tempo con noi, abbiamo la gentilezza di ascoltare le parole… Ma non sempre siamo solleciti o, si dice, abbiamo il tempo di ascoltare il cuore, o, si afferma, “debbono capirmi”.

Degli altri, con sagacia, ascoltiamo le difficoltà espresse anche verbalmente… ma non il cuore. Accogliere il cuore sembra che esca anche dalle normali abitudini. La testa parte subito verso l’altro, il cuore invece è sempre più calmo, più lento, perché questo dissidio?  Ci sono però persone che riescono ad armonizzare notevolmente la testa ed il cuore e sono appunto le persone interiori. Sembra che siano allenate ad una esperienza di cuore. A volte ci fa meraviglia quando ci accolgono con il cuore aperto e nel parlare siamo noi che ci apriamo con loro, pur avendole incontrate una sola volta: ci apriamo con esse e siamo pronti a confidargli i nostri crucci, i nostri affanni. Tornando a quella frase “degli altri noi ascoltiamo le parole ma difficilmente il cuore”… ci fa pensare ai molti dialoghi o argomenti trattati che sono informali per disponibilità di tempo, e ci si consente di fare diversamente.

Ci vuole la persona attenta e capace per accorgersi che spesso la parola o il quesito sono soltanto occasione per un incontro più profondo, appunto un incontro di cuore. Molti vengono per una parola di comprensione… che cosa possiamo dare se il cuore è freddo? Avere qualcosa che ci manca rincuora, ma avere una parola buona che raggiunga il cuore è sempre un dono… e vengono per averla. È necessaria dunque la doppia disponibilità, di tempo e di cuore, per essere strumenti saggi incontrando i fratelli. Lo strumento saggio sa cercare e trova tra tanta gente anche quelli che del posto sono definiti gli ultimi… egli sa che cercando loro trova Dio: il Dio degli ultimi… e sa che attraverso il povero lo stesso Dio lo cerca, lo vuole, lo ama. In questo cammino, nell’opera, nell’attività, andiamo incontro ed alla ricerca di Dio. È mirabile pensare che il Dio degli astri, il Dio del cielo, dei millenni e della felicità eterna, voglia venirci incontro nelle vesti logore del povero, del disprezzato, dell’emarginato.

Tutto questo, non tanto per destarci una certa commozione, una condivisione delle loro pene, ma ancor più per parlarci, per dirci attraverso loro… quello di cui abbiamo bisogno per essere cristiani, per essere viventi nel Dio vivente.  Quante domande ci pone la riflessione!!

Come rispondere?